cover-articolo-boho

PAROLE STRANE

Marzo,1 / 2022

Terre lontane sembrano sempre avere un profondo fascino su di noi, lusingando, contrastando e in fine meravigliando la nostra percezione del mondo circonstante.

Ormai ci stiamo abituando e avvicinando sempre di più a stare in contatto con culture e popoli altrui, attraverso istrumenti tecnologici che giorno dopo giorno diventano più famigliari che mai. L’amore e il profondo rispetto per il popolo Wayuu m’indirizza continuamente ad approfondire nelle sue viscere per estrapolare molte delle loro bellissime e particolari usanze.

Come è ben saputo ormai il popolo Wayuu mette al centro della loro vita la tessitura ( Tejeduria) attività che rappresenta il 90% dell’ economia socio-famigliari della comunità.

La tessitura (Tejeduria) è l’essenza dei Wayuu, praticamente senza di essa la loro vita non avrebbe ragione d’esistere dato che questo mestiere trasforma ogni vincolo tra i componenti del villaggio (Rancheria).

Non solo è il pilastro che sostiene la famiglia e la comunità a livello economico, ma anche la forza e l’anima ancestrale che ogni membro del clan trapassa alle nuove generazioni. Questa simbiosi tra soggetto e oggetto intraprendono un viaggio unico e singolari con la forma creata , cioè, la mochila, il chinchorro, il chumbe, il chirrinci, anùlù, yonna, katto’ui, arijuna, kashi e tante altre, moltissime parole che appartengono a un popolo sovrano nella sua genesi.

“Los Palabreros” coloro che hanno una gerarchia nella comunità, i saggi, loro, gli adulti maggiori che in parole povere vuol dire “Los ancianos” ,” los abuelos”(I nonni), sono loro che attraverso le parole tramandano sapere. Quando un “abuelo” muore si chiude per sempre un ciclo che non torna più, è ed per questa ragione che quello che parla o dici “el abuelo” o ” la abuela” dovrà essere raccolto, raccontato ,ascoltato e tenuto come un vero capitale da custodire.

Le parole per i Wayuu sono sacre, come “Los abuelos”, come la Mochila.

La parola per questo bellissimo popolo è talmente importante fino ad ottenere la condizione di Sacralità, per che con una parola puoi cambiare una vita, puoi dare soluzione ad un problema o renderlo più difficile, addirittura con una parola puoi cambiare, mettere fine o condannare un popolo.

Quando un Wayuu offre la sua parola, questa diventa legge, non la puoi tradire.

La lingua Wayuunaiki, cioè il suo sistema di parole rappresenta per loro, autonomia e difesa del proprio territorio. E una filosofia dei Wayuu pensare che se dovesse estinguersi la loro lingua, lo stesso popolo scomparerebbe della face della terra. La loro lingua fornisce di fortezza, orgoglio e rispetto a tutta la comunità, oltre che stabilire una netta differenza nei confronti degli “arijuna” ( coloro che non appartengono ai Wayuu).

Per la Comunità Wayuu la tessitura è come la scrittura! Loro hanno la capacità di collegare tutto quello che succede nel suo intorno attraverso il pensiero, le parole e la propria comunità.

Così dicendo, ad esempio il vocabolo “Wayuunaiki” che designa la loro lingua, è l’unione sottile che fa ponte tra:

Wayuu: che significa persona.

Yunnai: che significa e denota i sensi del cuore e la testa, e

Ki: inteso come quello che si pronuncia ed esce dalla boca.

Ugualmente i numeri hanno un significato cosmico, e il “chinchorro” che loro fanno ( l’amaca) possiede forma umana con la finalità di evocare la vita attraverso concetti come l’utero, la placenta e la donna en se stessa.

Ogni parola per i Wayuu rappresenta un proprio “SENTIRE”!. Ogni vocabolo ha una ENTITA’ propria, e una RAGIONE DI ESSERE che porta intrinsecamente un significato profondo.

Come Colombiana sento questa comunità vicino al mio cuore, e un infinito rispetto delle sue bellissime e mistiche tradizioni. Il mio contributo è diffondere la bellezza di questi fratelli e sorelle attraverso le sue opere manuali che sono tesoro vivo e ineguagliabile.

Genoveva Salazar,

Blogger

@boho.folks.dreams

Tags: No tags

Comments are closed.